Non bastano i divieti. Editoriale di Aldo Berlinguer. L’Unione sarda 12 luglio 2023

Non bastano i divieti

Tira aria di nuovi limiti e sanzioni per la circolazione stradale. L’uccisione del bambino di Casal Palocco, a causa della farneticante corsa di alcuni giovani youtuber, sembra avere indotto il Governo ad assumere decisioni draconiane. Ed infatti sembrano in arrivo nuove regole che prevedono il divieto per i neopatentati di guidare per i tre anni auto di grossa cilindrata, il ritiro definitivo della patente per i recidivi che guidano sotto gli effetti dell’alcol e sanzioni più severe per chi usa il telefonino.

Altri invocano il limite massimo di 30 km/h su tutte le strade urbane salvo solo quelle a scorrimento veloce (50 km/h). Del resto, non v’è dubbio che ridurre la velocità genera meno incidenti. Lo ha certificato, nel 2019, l’Istituto europeo per la sicurezza dei trasporti (Iest), arrivando a sostenere che con una diminuzione generalizzata della velocità di 10 kmh si risparmierebbero, in Europa, 2000 vite l’anno. Anche la riduzione del limite a 55 miglia l’ora, imposta da Nixon nel 1973 per risparmiare la benzina, durante la crisi petrolifera mondiale, si è rivelata utile a risparmiare anche vite umane.

E’ tuttavia noto che gli incidenti non accadono solo per la velocità ma anche per altre cause, non ultimi lo stato della viabilità, dell’illuminazione pubblica, della segnaletica, ecc. Tutte questioni che rischiano di passare in second’ordine, come peraltro avviene ogni qualvolta le sanzioni non sono devolute al miglioramento della condizione viaria ma vanno ad arricchire i bilanci comunali. Ciò che alimenta un orientamento ‘interessato’ a sanzionare gli automobilisti, non per diminuire gli incidenti ma per battere cassa.

I limiti di velocità non rispondono dunque, sempre, a finalità edificanti, come quelli apposti nel caso di lavori stradali che poi permangono anche a cantieri chiusi. O quelli, spesso impraticabili, che i gestori delle reti viarie talvolta appongono per evitare azioni giudiziarie per mancanza di adeguata manutenzione. Con il che il limite di velocità diviene uno scudo giudiziario proprio per coloro che dovrebbero garantire la sicurezza stradale.

Ma ciò che rischia di rendere ancor più velleitario e anacronistico apporre nuovi divieti è, oggi, lo stato della tecnologia esistente: quella tanto dibattuta intelligenza artificiale che consente di conformare automaticamente la velocità dei veicoli con i limiti esistenti.

Si chiama infatti Intelligent Speed Assistance (ISA) il nuovo dispositivo che conforma la velocità grazie ai dati combinati di GPS, sistema di frenata d’emergenza e telecamere che leggono i segnali stradali. Appena il guidatore supera il limite, ISA emette un segnale sonoro simile a quello che avverte di allacciare le cinture di sicurezza. In seguito, ISA invia una vibrazione sia sul pedale che sul sedile. E se l’automobilista non rallenta, il dispositivo lo fa in autonomia. Tra l’altro, ISA usa un accorgimento importante: limita la potenza erogata al motore ed impedisce di accelerare oltre il limite consentito. Così facendo, si perdono gradualmente km/h, evitando brusche frenate, pericolose per i passeggeri. Secondo alcune stime, ISA potrebbe evitare il 30% degli incidenti stradali e il 20% dei morti, tenendo in conto non solo i conducenti dell’auto e i passeggeri, ma anche ciclisti, motociclisti e pedoni.

Grazie al Regolamento UE 2144/2019, nel 2024 questo dispositivo sarà obbligatorio per tutte le nuove targhe. E non potrà più essere disattivato, come avviene oggi, dal guidatore. Occorrerà semmai, a quel punto, rimuovere i limiti eccessivi e ultronei.

Insomma, esistono già regole europee e dispositivi di intelligenza artificiale in grado di garantire una progressiva riduzione degli incidenti. Perché continuare ad alimentare la cultura delle sanzioni? Le nuove tecnologie ci portano ad ottenere i comportamenti auspicati senza consentire alibi a chi deve manutenere le strade o forme di tassazione occulta a chi la pratica. Ci voleva l’intelligenza artificiale per capirlo? Quella umana non bastava?

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