Perché il contante aumenta – Editoriale di Aldo Berlinguer – L’Unione Sarda del 15/11/2022

Perché il contante aumenta

E contante sia. Finita la stucchevole querelle di inizio mandato, il governo ha elevato il tetto del contante sino a 5.000 euro. Diverrà effettivo dal 1° gennaio 2023. Si è fatta così una brusca marcia indietro  rispetto ad anni di faticosa riduzione del contante a vantaggio dei pagamenti tracciabili.

Note le critiche dell’opposizione: così si incentiva l’evasione fiscale, l’economia sommersa, i pagamenti in nero. Ma la maggioranza ha tirato dritto sostenendo tesi anche in parte condivisibili, che però nulla c’entrano con questo problema. Si è detto infatti che la moneta elettronica è invisa agli anziani, troppo alte le commissioni bancarie, i pagamenti elettronici subiscono spesso attacchi informatici e blackout. Si è detto anche non c’è correlazione tra uso del contante ed evasione fiscale, tanto che l’Italia potrebbe diventare come taluni paesi nordeuropei, dove molti pagano in contanti senza evadere il fisco (ve lo immaginate?).

Del resto, il governo nulla sembra voler fare per risolvere i problemi della moneta elettronica, la cui diffusione è inesorabile (basta vedere come paga il 90% dei turisti stranieri). Non si è semplificata la vita agli anziani, né ridotte le commissioni bancarie (che sono davvero esose). Non si è usato neppure l’argomento (molto caro agli italiani) che un po’ di nero è tollerabile vista l’insopportabile pressione fiscale. Meglio scatenare le rispettive tifoserie e lasciare nell’ombra il nocciolo della questione. Occhio non vede, cuore non duole.

La verità è che qualcuno del Ministero dell’economia ha fatto subito notare alla Premier come il tetto al contante, ormai destinato a scendere a 1000 euro, avrebbe inibito la circolazione di grandi masse di
danaro nero, con ciò diminuendo il PIL, i consumi ed anche il relativo gettito.

Alzare il tetto del contante, invece, consente a ciascuno di reimmettere nell’economia tutto quel denaro che rischia di rimanere sotto il materasso e così ripulirlo generando imposte indirette a carico di chi compra ed imposte dirette a carico di chi vende. Si è dunque scelto il male minore, sperando di far recuperare allo Stato, in particolare attraverso l’Iva, un po’ di gettito fiscale.

Per l’evasore nulla di meglio: comprare beni e servizi senza rischi e nel pieno anonimato. Una volta pagato, chi si è visto si è visto: nessuno saprà mai chi ha comprato ma solo (e forse) chi ha venduto; all’evasore piena impunità.

Ecco quindi il pactum sceleris tra evasori e Stato: quest’ultimo rinuncia alle aliquote più alte e si accontenta del 22% di iva sui consumi. Una sorta di condono per chi, quelle somme, non le ha dichiarate. Con ciò, chi può ricevere danaro in nero continuerà a farlo e almeno parte dell’economia sommersa resterà tale.

Ecco, dunque, perché le ragioni del provvedimento sul tetto al contante sono peggiori di ciò quanto immaginato. Non si tratta solo di fare spallucce e dimenticare il passato. Si tratta di autorizzare una vera e propria operazione di riciclaggio finalizzata ad aumentare il PIL ed incassare l’iva. Così lo Stato e il contribuente abdicano ciascuno al proprio ruolo e chi ha versato le imposte passa per fesso, come sempre accade.

La controprova? Le misure  per rendere compatibili aumento del contante e adempimenti fiscali esistono: rendere obbligatorio indicare la modalità di pagamento ( i nuovi registratori di cassa già consentono di indicare contante, carta di credito, ecc.), con l’emissione dello scontrino parlante (col codice fiscale) per chi usa il contante (almeno dal 2024). Ciò che già si fa quando l’acquirente  porta la somma spesa in detrazione o a rimborso da parte dell’ente per cui lavora (Imprese, PA ecc.).

Parallelamente, occorre rendere conveniente, per l’esercente, usare i metodi tracciabili, compreso lo scontrino parlante, abbattendo i costi operativi (e introducendo anche sgravi fiscali) per chi li usa.

Queste misure fugherebbero ogni dubbio sulle buone intenzioni del legislatore e consentirebbero (specie pro futuro) di far circolare il contante senza agevolare l’evasione fiscale. Il Governo intende adottarle? Ottimo. Fa orecchie da mercante? Non si lamenti allora se in molti, compreso chi scrive, pensano tutto il male possibile.

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