I figliastri della pandemia – Editoriale di Aldo Berlinguer – L’Unione Sarda del 13/01/2022

I figliastri della pandemia

Inutile nascondercelo: il Covid non ha colpito tutti allo stesso modo. C’è chi ha dovuto chiudere le attività, come alberghi e ristoranti; chi ha aumentato i fatturati, come il settore alimentare; chi li ha moltiplicati, come gli operatori del commercio elettronico (Amazon in testa). Anche i dipendenti pubblici non hanno avuto pregiudizi economici, mentre molti operatori privati sono ancora in ginocchio.

Ma alcuni, in particolare, hanno avuto, da questa pandemia, grandi benefici: come i cd. Big Pharma, con le ingenti vendite di vaccini (ed ora anche di antivirali). E le farmacie, in questi giorni prese d’assalto per tamponi e mascherine.

Eppure queste evidenti differenze, nelle ricadute della pandemia, non sono mai evocate nel dibattito pubblico. Neppure quando la politica chiede un “contributo di solidarietà” per chi soffre di più la contingenza (ora pure aggravata dai rincari energetici). Quando questo accade, i predestinati sono sempre i soliti: chi ha patrimoni e chi ha immobili. Poco importa se trattasi di beni guadagnati con fatica, ereditati, impiegati o meno a fini produttivi (quindi già ampiamente tassati). Capita infatti che chi ha un immobile adibito a bed and breakfast, magari vuoto da mesi a causa del covid, venga pure chiamato ad un prelievo di solidarietà, finendo così “cornuto e mazziato”.

Singolare anche l’ultima trovata del Governo Draghi: calmierare il prezzo delle mascherine. Così oggi ci troviamo a spendere 0,75 euro a mascherina FFP2 (divenuta obbligatoria quasi ovunque) quando ieri taluni farmacisti “frugali” già la vendevano a 0,60. Siamo alle solite: essere virtuosi non conviene; meglio approfittare delle circostanze. Non solo, c’è da sperare che il Governo, per calmierare il prezzo delle mascherine, non immagini pure di sovvenzionare i venditori. Anche perché, calmierate le mascherine, calmierati i costi energetici, i balzelli si spostano altrove. Non a caso il Governo ha appena approntato la riforma del catasto: quale miglior occasione? Si ritorna agli immobili, evviva!

Possibile non capire che quando lo Stato “calmiera” qualcosa, oltre ad introdurre una distorsione del mercato, esso nasconde spesso un prelievo fiscale che riaddebita al contribuente? C’era dunque bisogno, invece di combattere i cartelli, di imporne uno sopra i prezzi di mercato? E proprio nei confronti di chi, in queste ore, somministra tamponi rapidi al prezzo medio di 15 euro cadauno, quando il costo, per quantitativi apprezzabili, non supera i 3 euro?

Insomma, la pandemia ha fatto, come spesso accade, figli e figliastri ma la politica fa di tutto per non accorgersene. E, se può, accontenta tutti, inibendo la competitività, aumentando il debito pubblico e con esso la pressione fiscale. Siamo alle solite: lo Stato è percepito come un alieno e dei suoi debiti non importa a nessuno. Vero anche che pochi contribuenti sopportano la gran parte della tassazione e quindi agli altri importa ancora meno. Ma i contribuenti vessati quanto resisteranno? E cosa dirà la UE quando il Covid sarà finito, il nostro debito sarà alle stelle e torneremo alla “normalità”?

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